Conti bancari: cosa fare in caso di morte del titolare?
Oggi è pratica comune tenere un conto in banca. Non ci sono molte alternative per risparmiare i nostri soldi quotidiani, ma ci sono domande che sorgono e, di fatto, non ci passano quasi mai per la testa.
Una di queste domande è: Cosa accade quando muore un titolare di un conto in banca? Dove vanno i soldi?
Cosa NON fare se il titolare del conto corrente muore
Iniziamo con ciò che non dovresti fare: prelevare o svuotare il conto della persona che è morta. Invece molti è proprio quello che erroneamente fanno pensando che sia la cosa migliore.
Anche se il titolare di un conto corrente bancario muore, è necessario tenere presente che il denaro che aveva è ancora di sua proprietà. Non esiste un modo legale per la banca di trattenere il denaro che è stato depositato, né gli eredi possono spostare il saldo per mantenerlo. Ciò che era nel conto deve rimanere nel conto fino a quando tutto non viene risolto legalmente.
Se temi che lo Stato pensi che siano “soldi di nessuno” e li trattenga, stai tranquillo: solo dopo 15 anni senza registrazione dei movimenti di conto corrente la banca potrà considerare i soldi perduti a favore dello Stato.
Quindi, se un membro della famiglia muore, evita di correre in banca per trasferire ciò che aveva sul suo conto. Non solo non è necessario, ma se ci sono più eredi, questa scelta può metterti in una situazione difficile.
Come accedere al conto corrente del deceduto
La prima cosa da fare quando muore un familiare è comunicare alla banca l’accaduto, inviando un certificato di morte. Questo passaggio è necessario affinché la banca autorizzi l’accesso di altre persone al conto, purché siano correttamente riconosciute. Senza di essa, qualsiasi accesso al conto non effettuato dal titolare stesso può essere considerato fraudolento.
Per essere riconosciuto dalla banca come avente diritto di accedere al conto corrente di una persona deceduta, devi dimostrare di essere un legittimo erede. Puoi farlo presentando il certificato di qualificazione degli eredi, rilasciato da un Ufficio del Registro Civile (ci sono onoranze funebri a Roma che forniscono supporto in questo processo).
Cosa succede al conto in banca cointestato quando un titolare muore?
Può darsi che il defunto avesse un conto in banca cointestato con qualcuno, vale a dire il coniuge. In questo caso, è importante sapere che le banche presumono che tutti i correntisti abbiano contribuito in parti uguali e quindi siano titolari di parti uguali. Nel caso di conti congiunti di coppia, ognuno possiede la metà di quello che c’è.
La divisione in metà è molto importante al momento della morte di uno dei titolari perché gli eredi sono eredi solo della metà che gli apparteneva, e non possono toccare l’altra metà. La regola si applica allo stesso modo al proprietario in vita: può gestire solo la metà del denaro che gli appartiene e non la metà del proprietario defunto.
E se, in mezzo alla confusione e al lutto, c’è chi ne approfitta per spostare con discrezione i soldi che il defunto ha lasciato sul conto in banca, sappiate che ci sono modi per gli eredi di difendersi.
Innanzitutto vi ricordiamo che, essendo il defunto l’unico intestatario del conto, a nessuno è consentito spostare il denaro che vi era rimasto fino a quando non vi sia la qualificazione degli eredi. Pertanto, la banca non può consentire a nessuno di accedere al denaro senza aver verificato che siano abilitati.
Se gli eredi sono autorizzati, se uno degli eredi si reca in banca e trasferisce tutto il denaro, la banca terrà il verbale dell’operazione, essendo facile provare, legalmente, che questo erede ha agito in malafede.
Se accade che qualcuno utilizzi la carta del defunto per trasferire i soldi sul proprio conto, gli eredi possono chiedere alla banca estratti conto e dimostrare, in giudizio, che il movimento è stato effettuato dopo l’ora del decesso annotata sul certificato di morte ed è quindi fraudolento.
In caso di conti cointestati si applica la regola del 50%. Se il titolare in vita trasferisce più della metà del denaro sul conto, gli eredi del defunto possono chiedere la sostituzione della loro quota. Se gli eredi abusano dell’accesso al conto e spostano più della metà del saldo, il titolare in vita può esigere la sostituzione della parte che gli appartiene.
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